La Tenerezza

“Devo inventare qualcosa per attirare lo sguardo e la tenerezza di Dio nella mia vita”

La tenerezza è la fonte della misericordia di Dio. Ciascuno di noi merita l’affetto che scaturisce dalla tenerezza di Dio.

La tenerezza non è una debolezza ma una capacità di amare, di avvicinare l’altro con lo stesso sentimenti di Dio. Ognuno di noi ha bisogno di testimoniare al mondo la tenerezza di Dio. La tenerezza non ha bisogno di tante parole per donarla all’altro. La misericordia è la chiave della tenerezza.

La tenerezza e la gioia vanno insieme. È uno stilo di vita la tenerezza. È la manifestazione della gentilezza verso il nostro prossimo. È un sentimento d’amore e di un abbraccio. Senza la tenerezza, l’uomo non trova se stesso nella comunione con l’altro.

La tenerezza è un segno di appartenenza all’altro, di fratellanza, di una forza per amare, per condividere, per scoprire i doni che ognuno di noi abbia ricevuto da Dio. Dio ci fa sentire, di toccare, di vivere la tenerezza nella sua umiltà di farsi nasce da una dona come tutti noi. La tenerezza non ha confini. Chi ha l’amore conosce la tenerezza. La tenerezza è come un inno alla vita bella, alla vita serena, alla vita pieni di buoni frutti, che ci aiuta a scoprire la vita nella sua forma naturale. Essa è un tesoro nascosto che ha bisogno di essere cercare con molto attenzione. Anzi, è come una farfalla che resta nella pianta se non viene mandato via da qualcosa.

La tenerezza è uno zelo per annunciare Dio al mondo il Vangelo che esita. È un alimento affettiva capace di trasformare la nostra stessa vita. Dopo aver provato l’amore di Dio, possiamo trasmetterla agli altri con tutta la nostra energia e gioia, perché nessuno di noi può donare ciò che non ha dentro.

La tenerezza ci fa toccare Dio per mano. È la forza che passa attraverso la stessa vita di Dio, capace di offrire e di ricevere. È la capacità di uscire fuori da noi stessi per incontrare l’altro, dal mio “IO” al bisogno dell’altro per lasciarci prendere dallo Spirito verso Dio.

Prima di offrire la Sua vita sulla Croce, Gesù ci ha donato un comandamento nuovo: “L’AMORE”. È una donazione totale, carico della persona di Dio. Gesù ci ha donato Dio stesso nella sua originalità senza riserva.

La tenerezza non conosce la paura. Essa è un messaggio che ci dice: “Tu sei per me prezioso”. È lo specchio dell’anima, perché ci fa vedere e sentire tutto ciò che abbiamo dentro nel nostro cuore. La nostra voce comunica qualcosa all’altro. Essa è lo sguardo che fa vedere i nostri sentimenti senza parola. È una forma di conoscenza, di entrare in comunione con l’altro, un legame tra noi e l’altro, ma soprattutto è un abbraccio al Vangelo per l’umanità come:

  • Simeone al Gesù Bambino alla presentazione;
  • Maria ad Elisabetta nella visitazione;
  • Il braccio aperto di Gesù sulla Croce per salvare tutta l’umanità;
  • Del ritorno del figlio prodigo.

La tenerezza è una manifestazione dell’amore vera, di un desiderio raggiunto. Essa non conosce il rimprovero ma ha solo un linguaggio d’amore, di donare il calore di vita e di affetto a chi ci sta intorno. L’abbraccio è una condivisione, è esprimere i nostri sentimenti, fa vibrare l’anima, è staccare una parte di noi stessi 

per donarlo all’altro perché l’altro possa calmare senza sentirsi sola, è un gesto di carità che trasmette la gioia, è avere la capacità di donare il conforto a chi ha bisogno.

La tenerezza è la capacità di immergersi nell’altro per tirare fuori il bene che esiste nell’altro per aiutarlo a crescere. La tenerezza significa stare vicino ai problemi dell’altro e per condividerlo anche se non abbiamo la capacità di risolverla. È un gesto di solidarietà.

La tenerezza si concretizza nella vita senza presunzione, senza pregiudizio ma sentirsi libere nel cuore e nell’anima verso gli altri per perdonare, per amare, per incoraggiare e per vedere Gesù nell’altro. Essa è donare la vita a chi ha bisogno come l’amore di una mamma al proprio figlio. Siamo chiamate a trasformarci, a manifestare il Signore all’altro.  

Prisca Onyinye Nwokorie è una suora. Lei appartiene all’ordine religiosa di “Oblate di San Benedetto Giuseppe Labre” in Italia. Si è laureata presso l’Università degli Studi di Bari, dove ha conseguito la Laurea di primo livello in Informatica e Tecnologie per la Produzione del Software e Laurea Magistrale in Informatica. Attualmente, si sta svolgendo un lavoro di ricerca sul tema “E-learning per i Paesi in Via di Sviluppo”.

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