La bellezza del silenzio nella famiglia di Nazareth

Il clima che caratterizza la vita di Nazareth è un clima di adorazione nel silenzio. Il silenzio è amato da chi vuole essere vero. Nel silenzio l’uomo esce dal correre che lo porta fuori da sé ed entra nella bellezza di essere autentica nel se stesso.

Entrando nella profondità del battesimo, noi ritroviamo come una delle componenti all’interno del battesimo. Abbiamo bisogna di approfondire alla bellezza del dono battesimale.  Il battesimo è l’uomo che si ritrova uomo in Gesù Cristo. In questa dinamica interiore, la contemplazione dell’intatto di Gesù che avvolge la nostra vita è il problema di ogni orientamento esistenziale: Dov’è il Signore. Nel battesimo abbiamo il dono della contemplazione, e nel quotidiano viviamo il primato e la signoria di Cristo che ci aiuta a progredire nel nostro cammino mistico con Dio. Il battesimo è sacramentalmente sentire “Seguimi. Il battesimo è sentire Cristo che ci dice: Seguimi, permettimi di vivere la mia vita nella tua vita. Dentro di noi Cristo vive l’ora del padre. Gesù era un raccomandato mediante lo spirito dal Padre. Il Padre giorno per giorno, attraverso lo spirito santo, indicava il cammino da seguire. Tuttavia, quando l’uomo inizia a correre e vede la primizia della sua esistenza nelle operatività storiche, perde la verità della sua vera esistenza. La bellezza di un dono è sempre un regalo all’atro.  Il correre è la paura di vivere, perché ha paura di pensare; ha paura di entrare in quel silenzio che è il senso della vita. Senza il silenzio noi non possiamo essere riplasmato da Dio che ci ha creato.

Il silenzio è come una scuola feriale della creatività di Dio. Il silenzio è gustare la fantasia di Dio: Cantate al Signore un canto nuovo, perché Dio è nuovo ogni giorno. È perché Dio è nuovo ogni giorno, anche ogni giorno con un testo vecchio siamo cantando un canto nuovo perché, l’uomo con cuore nuovo rende nuovo anche il testo più antico. L’uomo del silenzio anche nella storia quotidiana fa fiorire la fecondità interiore. Il silenzio è l’attrazione nel mistero nascosto da secolo in Dio, e gustare dell’inconoscibile nel cuore umano. Dio è al di là della nostra conoscenza.

La bellezza è essere afferrato dall’uno per ricostruire la nostra storia personale; è come svegliarci al mattino lasciandoci attirare dall’uno per costruire da una parte la nostra vita personale e dall’altra parte per inaugurare una dinamica pastorale che possa essere evangelica. La nostra vita cristiano matura nel lasciarci poggiare dal silenzio di Dio che ci guida lentamente e progressivamente a ciò che veramente vale. L’uomo nel silenzio è semplificato ed essenzializzato. L’uomo nel silenzio non solo ricupera continuamente la propria storia personale, ma sa rinvigorire la speranza.

Noi rendiamo continuamente grazie a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, nelle nostre preghiere per voi, per le notizie ricevute della vostra fede in Cristo Gesù, e della carità che avete verso tutti i santi, in vista della speranza che vi attende nei cieli. Di questa speranza voi avete già udito l'annunzio dalla parola di verità del vangelo che è giunto a voi. (Col. 1, 3-5)

La presenza di Gesù è legato all’Eucaristia. Egli ci dice: Io voglio essere presente in qualunque spazio e in qualunque tempo. Tutta l’umanità vive nella presenza di Dio. Nel silenzio, ognuno di noi possiamo incontrare Dio. L’Eucaristia è il mistero dell’amore di Dio. Dobbiamo avere la capacità di penetrare al mistero di Dio per scoprire ciò che Egli vuole farci diventare nella Sua vita silenzioso. Nell’Eucaristia, dobbiamo godere in Gesù la bellezza di Dio che diventa uomo per renderci simile a Lui.

Il silenzio è il luogo della fecondità di ogni vita di comunione. La comunione si costruisce nel silenzio, adorare il mistero che è nell’altro. L’uomo del silenzio scopre nella sua esistenza che ogni fratello o sorella è un dono di Dio. Egli è un regalo dello spirito santo adorativi.  Quando l’uomo entra nel gusto del silenzio, riesce a vedere solo la bellezza che risiede nell’altro.

Entrando nella famiglia di Nazareth, riusciamo a vedere Gesù che si incarna nella nostra quotidianità. Poiché la vita deve essere un canto di glorificazione, la gloria di Dio è annidato nell’ora del padre, strettamente connesso tra di loro: Padre, è giunta l’ora. Glorifica il figlio tuo. Il glorificare ci aiuta a capire che siamo chiamati a vivere nell’ora del Padre. L’uomo non è chiamato a conoscere Dio. L’uomo è stato chiamato ad essere il Dio vivente.

 
Prisca Onyinye Nwokorie è una suora. Lei appartiene all’ordine religiosa di “Oblate di San Benedetto Giuseppe Labre” in Italia. Si è laureata presso l’Università degli Studi di Bari, dove ha conseguito la Laurea di primo livello in Informatica e Tecnologie per la Produzione del Software e Laurea Magistrale in Informatica. Attualmente, si sta svolgendo un lavoro di ricerca sul tema “E-learning per i Paesi in Via di Sviluppo”.

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